Traccia

La diatriba Italia - Francia sulla questione migranti. Le scene di Ventimiglia riprese dai giornali, le difficoltà dell'Unione Europea di intervenire nell’annosa questione della gestione dei flussi di immigrazione clandestina. 

E poi il rischio default della Grecia, il referendum indetto, la decisione rimessa al popolo greco se accettare i termini proposti dall’Unione Europea in cambio dei nuovi prestiti di salvataggio al Paese. E la proposta dei creditori respinta dal 61,3 % degli elettori greci.

Sono solo due degli ultimi episodi più eclatanti che in qualche modo stanno scuotendo quello che al momento della sua nascita, il 7 febbraio 1992 con il Trattato di Maastricht che istituiva l'Unione europea, doveva essere la realizzazione di un sogno: i Paesi dell’Europa riuniti sotto un’unica bandiera.  

Alla luce in particolare modo dell’ondata di euroscetticismo che ha investito Paesi quali la Spagna con la recente vittoria in alcune città di Podemos, in Polonia con la vittoria del Pis di Andrzej Duda, sommata a quella recente di David Cameron in Gran Bretagna, il concetto di Unione Europea è al centro del dibattito politico in alcuni Paesi.
 
Il programma Erasmus ha rappresentato e rappresenta però uno dei risultati di maggior successo di questa Europa unita. A pochi mesi dalla tua partenza e in quanto fruitore di una borsa di mobilità europea, cosa rappresenta per te oggi l'Unione Europea? 

Quale credi sia la valenza di un simile progetto politico, oggi più che mai sotto gli occhi dei riflettori mondiali, e l’impatto che esso ha non solo sulle politiche nazionali quanto sulla quotidianità dei singoli? Ha ancora senso oggi definirsi “cittadini europei” capaci di superare barriere geografiche, politiche e 
linguistiche?"