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Bene o male tutti a livello associativo conosciamo Giovanni Telesca. Da poco compiuti i 27 anni, laureato in Psicologia e amante di ESN. In Sezione ha ricoperto diversi ruoli, prima di diventare il Presidente di ESN Italia. Apparentemente abbastanza riservato, scopriamo qualcosa in più sul come è entrato in contatto con la nostra bellissima associazione e quali sono le sue passioni al di fuori di ESN. 

Com’è nata la tua passione per ESN? 

La mia passione per ESN è nata in modo piuttosto naturale, nel senso che quando sono tornato dall’Erasmus mi è sembrata la cosa più naturale da fare quella di scoprire se nella mia università ci fosse una Sezione ESN per cercare di restituire un po’ di quello che era stato l’aiuto che avevo ricevuto in Erasmus da parte dei ragazzi che mi hanno aiutato sia durante l’arrivo sia all’inizio dell’Erasmus. Non potendo restituire a chi aveva vissuto l’esperienza Erasmus prima di me, ho voluto cercare un modo per farlo con le persone che sarebbero arrivate in scambio a Chieti Pescara. La sensazione che spesso mi ha dato la mia università prima di questa esperienza era che non spingesse molto l’attività di scambio, tanto che io stesso non avevo mai conosciuto studenti Erasmus in università. 

È stata la primissima cosa fatta quando sono tornato! Ricordo ancora infatti di essere tornato dall’Erasmus verso metà giugno e i primi di luglio tornai a Chieti per la sessione esami e la prima cosa fatta fu contattare la Sezione e poi sono effettivamente entrato in associazione a Settembre. 

Per me ESN ha significato molto durante l’Erasmus, ho potuto fare attività che probabilmente senza non avrei fatto e conosciuto persone che non avrei mai conosciuto. 

Cosa ti ha spinto ad investirci così tanto tempo?

Cosa mi ha spinto ad investirci tempo onestamente non lo so, credo sia stata una cosa venuta da sé. Se ti trovi bene in un gruppo e quello che stai facendo ti piace viene tutto più semplice. 

Mi sono sempre dedicato al volontariato e mi è sempre piaciuto molto. 

Da piccolo facevo parte degli scout ed è una cosa che ho dovuto abbandonare appena finito le superiori e quando mi sono trovato a contatto con una realtà come quella di ESN mi sono trovato bene perché mi dava la possibilità, da un lato di vivere la città dove mi ero trasferito per studiare e dall’altro, di aiutare delle persone che avevano bisogno di supporto sotto diversi aspetti.

È una cosa partita quindi in automatico, poi da cosa nasce cosa e scopri il Network, gli eventi, conosci volontari che vengono da tutta Italia ed Europa ed è una cosa che ti prende. 

È come continuare l’Erasmus ma con due differenze: la prima appunto è che tutti hanno la consapevolezza di quello che per loro è stato l’Erasmus e una volta finito riesci a capire che non è solo andare a vivere all’estero per sei mesi, e poi c’è la bellezza di poter incontrare persone da tanti Paesi diversi con lo stesso obiettivo e la stessa passione. 

Sicuramente questo mi ha spinto ad investirci molto. 

So che è praticamente appena iniziato il mandato ma…c’è un qualcosa in cui vorresti lasciare il segno?

Iniziato con un pochino di ritardo grazie all’ormai ben noto Covid-19, sicuramente non mi aspettavo di dover affrontare un mandato simile. 

Me lo aspettavo e mi sarebbe piaciuto un po’ più movimentato dal punto di vista dei viaggi e un mandato di presidenza diverso rispetto ai precedenti. Vorrei lasciare il segno, star vivendo un periodo di crisi ci possa servire per approfittare per rimetterci in pari con questioni che abbiamo spesso lasciato da parte perché magari legate all’organizzazione interna. 

Poi sicuramente mi piacerebbe lasciare un segno di vicinanza ai volontari e alle Sezioni perché pur essendo un periodo difficile credo che tutti dobbiamo riconoscerci in ESN come la famiglia che è; quindi sì, mi piacerebbe che al termine di questo anno si guardasse in retrospettiva a quelli che sono stati momenti anche abbastanza  difficili che abbiamo vissuto e ci trovassimo a dire “ah però non è stato un anno così brutto” perché siamo riusciti a supportarci a vicenda e non è mai mancato il supporto di nessuno, in special modo del Consiglio Direttivo Nazionale. 

Poi chiaramente c’è un programma ed un Action Plan, però ecco vanno in secondo piano per un motivo: la situazione particolare che stiamo vivendo non permette di ragionare mettendo in cantiere le cose che avresti messo in cantiere in un periodo normale quindi bisogna comunque a volte cambiare strada e improvvisare. Però secondo me l’importante è arrivare alla fine del percorso con la consapevolezza che siamo parte di una grande famiglia e che non abbiamo mai fatto mancare il supporto a nessuno dei suoi membri. 

Raccontaci un po’ di te: un tuo pregio e un tuo difetto con due soli aggettivi

Questa è la domanda più difficile. Non c’è un vero e proprio aggettivo che definisca sia il mio pregio che il mio difetto che peraltro reputo gli stessi. Sono una persona che ama la discussione e il confronto (in senso positivo). Ragiono molto sulle cose e difficilmente prendo decisioni avventate. Questo però, e qui il mio difetto, mi porta a pensare troppo e quindi rendo una cosa semplice più complessa di quello che in realtà è. 

Parla del tuo pregio

Credo che discutere a fondo delle questioni aiuti a dipingere un quadro più completo delle situazioni e a prendere decisioni più orientate con quella che poi è la realtà. 

Mi piace sentire più campane, mi piace sentire cosa ne pensano gli altri, fare proposte e discuterne con gli altri. 

Questo ti permette di conoscere il pensiero degli altri e alla fine di prendere delle decisioni che non sono frutto solo delle singole proposte, ma sono frutto di una proposta arricchita dal contributo di altri. 

Avere un’apertura al dialogo ti porta a prendere decisioni migliori e che non parlano solo del tuo modo di vedere le cose.

Parla del tuo difetto 

Dico che il difetto è un po’ lo stesso del pregio proprio perché questa “abitudine” a discutere molto a volte mi mette nella situazione in cui una decisione che potrebbe essere presa facilmente diventa un po’ più indaginosa proprio perché voglio sentire uno, due, cinque, dieci pareri in più. 

Questa attività richiede anche una capacità di sintesi che prende tempo ed energie e rallenta le decisioni. 

Non per forza deve essere visto come un difetto però sicuramente a volte può non essere congeniale.

Racconta, com’è la tua vita al di fuori delle ore che non dedichi ad ESN? 

Al di fuori di ESN, lavoro per un’azienda statale che si occupa dell’attuazione delle Politiche Attive per il Lavoro. Nello specifico mi occupo di aiutare i beneficiari del reddito di cittadinanza a trovare lavoro. 

Il tempo che mi impegna il lavoro di solito è dedicato alle chiamate per capire qual è la loro storia lavorativa e cercare di orientarli nel futuro lavorativo più adatto, capire quali sono i passi da fare per metterli nelle condizioni di trovare un lavoro. Allo stesso tempo questo richiede molto studio perché bisogna conoscere il contesto in cui si opera, perciò leggi, prassi e regole che ci sono all’interno del mondo del servizio pubblico. 

Inoltre in questo momento sto anche studiando, sto seguendo un master in Risorse Umane (sono laureato in psicologia con indirizzo sociale dei gruppi e del lavoro) per capire quale possa essere l’ambito lavorativo più congeniale al termine dell’attuale contratto.

Passioni nascoste: sicuramente oltre ad ESN hai una sorta di vita parallela. Qual è la tua principale passione? 

Non tutti lo sanno, ma ero un cantautore. Dico ero perché ormai ho “appeso la chitarra al chiodo”, nel senso che alla mia partenza non sapevo quanto spazio avrei avuto a disposizione e quindi non l’ho portata con me. 

Nel tempo libero mi dedico comunque alla musica, mi piace ascoltarla e ne approfitto per fare un po’ di scoperte musicali. Mi piace creare playlist e radio per poter mischiare gusti musicali, questo mi piace molto perché mi permette di scoprire mondi musicali diversi. 

Mi piace molto anche guardare serie tv, vanno per la maggiore quelle a tema psicologico o comunque d’azione. 

Un’altra passione nella quale mi piacerebbe tuffarmi un po’ di più è la lettura. Di solito compro molti libri, ma ne leggo pochi perché per lavoro e per via di ESN leggo molte mail e documenti e quindi nella restante parte del tempo mi piace staccare proprio dedicandomi alla musica o alle serie tv, alleggerendo un po’ la situazione.  

Riesci a dedicarci del tempo? 

Con la musica, non riesco a scrivere canzoni come facevo o suonare attivamente. Quello che però non smetto di fare è ascoltarla a volte più e a volte meno, certo. 

Il viaggio mi stimola molto per scoprire nuova musica. 

Le serie tv invece si, ne vedo molte, soprattutto nel weekend. 

Per la lettura appunto, si mi piacerebbe dedicarci più tempo di quello che alla fine ci dedico. 

Cosa avresti fatto se non ci fosse stata ESN?

Onestamente, non lo so. 

Posso dire però con certezza che per me è stata un’opportunità molto importante quella di assistere studenti Erasmus a Chieti Pescara. 

Non so bene perché, ma credo sia perché mi piace regalare agli altri un’esperienza che effettivamente a me ha cambiato la vita. Non con la visione retorica riguardo all’Erasmus, ma ammetto che vivere sei mesi in un altro Paese, conoscere nuove persone anche con culture diverse dalla tua ti da la possibilità di vedere le cose con uno sguardo completamente diverso. Probabilmente se non avessi trovato una Sezione nella mia università, l’avrei creata! 

ESN mi ha insegnato a vivere il contesto universitario sotto un’ottica diversa. Se in generale non fosse esistita la nostra associazione, avrei cercato un modo per permettere di far cambiare visuale alle persone che credono che l’università possa essere solo didattica e lezioni su lezioni. 

Quando sono stato in Finlandia, una cosa che ho notato è che gli studenti di Helsinki avevano un modo di vivere l’università a tutto tondo che io in Italia non avevo mai notato. 

Nell’università in cui ho studiato mi era sempre passato il “vado a fare lezione” senza soffermarmi oltre. 

Quindi si, se no avessi trovato ESN mi sarei dedicato a cercare di trovare un modo per migliorare la vita degli studenti universitari Erasmus e non, anche sotto questo punto di vista. Cercare quindi di far capire che l’università oltre al periodo di formazione è anche un periodo di “forma mentis” dove cresci come individuo e definisce anche il modo in cui tu ti approcci alla vita. 

Vivere quindi in modo attivo ti permette di avere sicuramente un’esperienza migliore.

Un aggettivo per descrivere i tuoi compagni d’avventura per questo 2020?

Nadia Sellami: autentica;

Matteo Carbone: saggio;

Francesco Marinelli: determinato;

Francesco Ferraro: appassionato;

Egi Ivanaj: energica;

Giovanni D’Amico: responsabile.

 

Eleonora C.