Volontariato: una parola dalle mille sfaccettature, un sentimento che spinge numerose persone a mettersi in gioco e investire il proprio tempo per aiutare il prossimo. A prescindere dall’Associazione e dallo scopo che essa persegue, il volontariato è molto importante nella società in cui viviamo soprattutto lo è stato in una situazione come quella che ci ha portato ad affrontare il Coronavirus. Ascoltiamo le parole di Angela, volontaria in ESN e nell’Arciconfraternita di Misericordia di Siena. 

1) Ciao Angela, innanzitutto grazie per aver accettato questa intervista e dato che si inizia sempre dalle presentazioni, parlaci un po’ di te… 

Salve a tutti, sono Angela, sono una statistica, ex studente dell'Università degli studi di Siena, ex erasmus e ho preso parte al progetto overseas. Sono anche una ESNer, esperienza grazie alla quale mi sono messa in gioco in tante situazioni! Mi reputo una persona sportiva, giocavo a calcio prima della pandemia, anche se in ESN ho preferito iniziare dal team feste (ride). 

2) Perché hai deciso di entrare nell’Arciconfraternita di Misericordia di Siena? E Perché in ESN?

La cosa bella è che sono entrata in entrambe le associazioni contemporaneamente.  Al ritorno dalla mia esperienza Erasmus entrai subito in ESN che avevo già conosciuto durante il soggiorno all'estero. Per quanto riguarda la Misericordia, invece, fu quasi per caso, grazie a un volantino informativo che mi venne consegnato fuori dal supermercato. Leggendo il programma vidi che facevano vari corsi tra cui quello per il soccorso di un arresto cardiaco e il corso di rianimazione, cose che possono risultare utili nella vita di tutti i giorni. Anche se ero completamente ignara del fatto che quel volantino servisse per andare a fare la volontaria in ambulanza, quello lo scoprì dopo!

3) Di cosa ti occupi esattamente nella “Misericordia”? Ricopri un ruolo specifico?

Sì, di base sono una soccorritrice sia nei casi di emergenza che in quelli ordinari, come possono essere i trasporti o l’assistenza alle partite. Ovviamente anche a seconda del tempo che posso dedicare all’associazione non avendo, per modo di dire, “un impegno fisso”. Una cosa che ritorna a ESN e che accomuna le due associazioni è che anche nella Misericordia ci dividiamo in vari gruppi di lavoro e vari team. Da un paio d'anni ho deciso di mettermi in gioco con la gestione dei canali di comunicazioni dell'associazione ossia il sito web, i vari social network e la parte interna ovviamente riservata ai volontari. 

4) Hai anticipato un po’ la prossima domanda che volevo farti, quindi dimmi: quali sono le differenze tra le due associazioni? E invece cosa hanno in comune?

La prima differenza palese riguarda l’età delle persone che cerchi di aiutare e anche delle persone con cui collabori. Con ESN sei a contatto prevalentemente con studenti che sono tuoi coetanei, con ritmi e stili di vita abbastanza simili. In Misericordia, invece, ti trovi a collaborare con gente che potrebbe avere tranquillamente l’età dei tuoi genitori o addirittura dei tuoi nonni. Infatti l’impatto più forte per me è stato proprio avere a che fare con persone di un’età molto maggiore alla mia, sono entrata in associazione a 25 anni e collaborare con gente di 70 ovviamente è abbastanza forte. Cose in comune, invece, posso dirti i canali di comunicazione che reputo molto importanti per la vita di un’associazione anche se, ti ripeto, il pubblico a cui si rivolgono è diverso, ma la comunicazione resta fondamentale per entrambe. Come seconda cosa aggiungerei lo Statuto e le sue modifiche posseduto da entrambe e aggiungerei anche le cene tutti insieme e le feste che in entrambe le associazioni servono a unire ancora di più il gruppo. Ultima cosa in comune è la struttura, anche le associazioni come la Misericordia hanno un livello locale, poi la confederazione regionale e la federazione nazionale che cerca di agire sulle problematiche che accomunano tutte le associazioni che agiscono sul locale. 

5) Tornando a parlare dell’Arciconfraternita, ci racconti un episodio simpatico che ti è accaduto in servizio?

Allora, aneddoti di servizio ne avrei tanti (ride), alcuni per motivi di privacy non posso nemmeno raccontarli ma il più particolare è stato quando, al termine del mio turno in Misericordia, stavo per raggiungere i miei amici in un locale e una ragazza si sentì male perché aveva alzato un po’ il gomito. Venne poi soccorsa proprio dai miei compagni a cui avevo appena dato il cambio. Altro particolare che ricordo molto simpaticamente è che ora collaboro con una mia ex erasmus, che dopo l’esperienza ha deciso di rimanere a Siena e di entrare in Misericordia.

6) Cosa significa per te il volontariato? 

In realtà me lo chiedo spesso anche io, credo innanzitutto che il volontariato sia un modo per crescere a livello personale che può tornare utile nella vita di tutti i giorni, mettersi in gioco con cose che altrimenti non avresti mai fatto lo reputo davvero importante. Non dimentico nemmeno il fatto di aiutare le persone in difficoltà, il farle felici e quel “grazie” ricevuto che ti fa stare veramente bene e ti fa sentire felice a tua volta.

7) Com’è cambiato il tuo impiego da quando è iniziata l’emergenza Covid-19?

Il discorso gira sempre attorno al tempo che vuoi dedicare all’associazione.  In situazione normali, per via del lavoro, di tempo da dedicargli ne hai poco ma nel momento in cui è iniziato il lockdown sicuramente è aumentato il tempo che ho potuto dedicare alla Misericordia. Non potendo nemmeno lavorare, ho aumentato la mia partecipazione all’Associazione. Non ti nascondo la paura per l’arrivo di questo nuovo Virus, che si è aggiunta al fatto che io sia ipocondriaca, e l’aumento dell’attenzione per non dimenticare nemmeno una delle misure di sicurezza che oggi sono all’ordine del giorno come mascherina, guanti, misurare la temperatura della persona da soccorrere, … insomma quelli che oramai conosciamo tutti!

8) Come si è comportata la cittadinanza senese in questi giorni?

Guarda, io mi divertivo tutte le sere, dopo la fine del mio turno in Misericordia, a fare i video con la GoPro in giro per Siena, per confrontarli e vedere se aumentasse la quantità di gente in giro.  Devo dire che, anche considerando i numerosi controlli delle forze dell’ordine, ho notato una cittadinanza molto rispettosa delle nuove regole. Certo ho visto un lieve allentamento dell’attenzione a partire del 25 aprile, ma nulla di esagerato. Poi bisogna anche considerare che a Siena la situazione non è mai stata fuori controllo e, in confronto con altre città, è stata gestibile. 

9)Hai avuto paura considerando la situazione e magari avuto voglia di abbandonare?

Di abbandonare, assolutamente NO! Ci venne chiesto se avessimo voluto abbandonare perché andare a lavorare con la paura addosso è sicuramente controproducente e anche perché il volontariato non è un obbligo. Ti dirò, personalmente ho fatto più turni del normale ma abbiamo sempre lavorato con la massima sicurezza e mi hanno rassicurato molto. Certo la paura non è mancata, ma per fortuna non è mai degenerata in panico.

10) La situazione non è stata facile ma voi non vi siete mai arresi e non avete mai mollato… Ci tenevo davvero a farvi i complimenti e soprattutto ci tenevo a ringraziarvi per il vostro operato, siete degli ossi duri! Se la situazione in Italia è tornata sotto controllo è stato anche grazie ad associazioni come la vostra! Quindi bravi, bravi, bravi! Per concludere, che consiglio dai ai giovani che hanno idea di voler intraprendere un percorso simile al tuo?

Fare volontariato non è solo quello che ti ho appena descritto, non è solo rischiare. Ci sono veramente tante attività da fare, per esempio esiste la protezione civile (che a Siena fa comunque parte della Misericordia), c’è il trasporto dialisi o la raccolta alimentare per le famiglie in difficoltà. L’importante è trovare l’ambiente giusto, trovare l’attività che si vuole fare perché ti può aiutare sicuramente anche in futuro nella vita di tutti i giorni!

 Rocco T.