“The coronavirus crisis has shown how vulnerable we all are, and how important it is to restore the balance between human activity and nature.” Frans Timmermans, vice presidente esecutivo della Commissione europea, introduce così il Green Deal europeo. Questo è stato presentato l’11 dicembre 2019 e rappresenta il piano d’azione dell’Unione europea per raggiungere la neutralità climatica nel 2050. All’interno di questo rivestono un ruolo prioritario l’agricoltura sostenibile e la strategia “From Farm To Fork”.
Essa pone l’accento sulla sostenibilità della filiera alimentare a 360 gradi: dall’agricoltura sostenibile al fenomeno dello spreco alimentare. A tal proposito, l’UE si è posta alcuni importanti obiettivi da realizzare entro il 2030:
- ridurre l’uso di pesticidi del 50%;
- ridurre la perdita di nutrienti del 50%;
- ridurre l’utilizzo di fertilizzanti del 20%;
- incrementare l’agricoltura biologica con l’obiettivo di riservare il 25% del territorio agricolo totale ad essa.
Più in particolare, l’agricoltura biologica è una pratica sostenibile che vuole favorire una produzione alimentare a basso impatto ambientale, con un uso responsabile delle risorse naturali e un'attenzione alla conservazione della biodiversità, e quindi anche al benessere degli animali. Quest’ultimo aspetto non è da sottovalutare: i terreni agricoli rappresentano infatti un habitat per molte specie animali, e, solo tramite un agricoltura sostenibile, questi possono essere salvaguardati.
Fortunatamente però, la situazione sta migliorando: secondo quanto riporta la Commissione europea, l’agricoltura biologica ha, in media, aumentato la biodiversità del 30%. Per quel che riguarda il nostro paese, l’Italia è al primo posto in Europa per l’esportazione di prodotti di origine biologica, con Sicilia, Calabria e Puglia che spiccano tra tutte le regioni sia per numero di operatori biologici sia per estensione di superfici coltivate con questi metodi.
Cosa può fare ognuno di noi nel nostro piccolo per supportare un'agricoltura più sostenibile? Ad esempio, fare attenzione quando andiamo a fare la spesa: l’Unione Europea ha sviluppato un logo per identificare i prodotti biologici, che può essere utilizzato solo se questi contengono almeno il 95% di ingredienti biologici e rispettano altre condizioni per il restante 5%. L’Italia, inoltre, tramite l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica, si è dotata di un'ulteriore certificazione con requisiti ancora più restrittivi. Vuole infatti garantire al consumatore che l’intera catena alimentare sia biologica e che le materie prime siano italiane al 100%: la Garanzia AIAB.
Crediamo che fare attenzione a questi aspetti possa favorire lo sviluppo di un settore alimentare più sostenibile e innescare un circolo positivo, spingendo UE e stati membri a investire ancora di più sull’agricoltura biologica e sui sistemi sostenibili di produzione alimentare, in linea con l’obiettivo 12 dell’Agenda 2030: Consumo e Produzione Responsabili.
Il Team Environmental Sustainability
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