Nel 1996 William Rees e Mathis Wackernagel, con la pubblicazione “La nostra impronta ecologica”, hanno introdotto il concetto di impronta ecologica. Si tratta di un indicatore che mette in relazione le risorse naturali sfruttate dall’uomo con la capacità della Terra di rigenerarle. Questo indicatore può servire sia per sottolineare quanto le pratiche odierne siano insostenibili, sia per evidenziare il modo iniquo con cui vengono sfruttati i frutti del nostro pianeta tra e nei diversi Paesi. È diventato uno dei modi più utilizzati per misurare gli effetti antropici sull’ambiente, tanto che varie ONG hanno sviluppato e reso disponibili sui loro siti web dei calcolatori per i singoli individui.  

Tuttavia, la no profit The Global Footprint Network si occupa di fornire annualmente i dati relativi a ciascun Paese attraverso una mappa interattiva in cui vengono mostrati i livelli di biocapacità, ovvero l’abilità degli ecosistemi di rigenerarsi, e i livelli di impronta ecologica per paese e per persona, oltre che le variazioni di questi indici negli anni. Tutti questi valori sono calcolati in ettari globali, di conseguenza è possibile stimare il numero di Terre necessarie a soddisfare il fabbisogno del genere umano. Nella mappa i Paesi vengono suddivisi in due categorie principali: creditori, se la biocapacità supera l’impronta ecologica, e debitori, se quest’ultima è più elevata. Questa differenza viene mostrata tramite una legenda: in rosso sono indicati i paesi debitori mentre in verde quelli creditori; inoltre si parla di riserva ecologica per i primi e di deficit per i secondi.

Un concetto derivante dall’impronta ecologica è quello di Overshoot Day, ovvero la data in cui lo sfruttamento delle risorse naturali eccede la loro capacità di rigenerarsi. Per esempio nel 2019, a livello globale, l’Overshoot Day è stato raggiunto il 29 Luglio. Dunque, per soddisfare il fabbisogno dell’umanità in quell’anno, sarebbero state necessarie 1,75 Terre.

Se posticipassimo questa data di cinque giorni ogni anno, entro il 2050 riusciremmo a essere in grado di farci bastare il solo pianeta che abbiamo. 

Per quanto riguarda il Bel Paese, il trend dell’Overshoot Day è in peggioramento infatti nel 2018 la data critica è stata il 24 Maggio, mentre nel 2019 il 15 dello stesso mese. 

Se tutti i paesi seguissero lo stile di vita italiano, servirebbero ben 2,7 pianeti. Questo ci fa capire che l’Italia è tra i paesi più debitori del mondo. 

Tuttavia, l’Osservatorio Nazionale sullo Stile di Vita Sostenibile ci comunica una buona notizia: il numero di italiani che si interessa al tema della sostenibilità è in crescita, con 36 milioni di cittadini maggiorenni sui 50,6 totali, che si sentono coinvolti nel 2020, rispetto agli “appena” 21 milioni del 2015.

Questa presa di coscienza sulle problematiche ambientali e sulla necessità di rivedere il nostro stile di vita e il nostro sistema economico è un primo importante passo verso una vera e grande svolta sostenibile. 

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With the publication "Our Ecological Footprint", William Rees and Mathis Wackernagel introduced the concept of Ecological Footprint in 1996. It is an indicator comparing the natural resources exploited by man with the Earth's ability to regenerate them. This indicator can be used both to highlight how unsustainable today's practices are, and to underline the unfair way in which the fruits of our planet are being distributed between and in different countries. It has also become one of the most widely used ways to measure anthropic effects on the environment. It is so useful that various NGOs have developed calculators for individuals and made them available on their websites.

However, The Global Footprint Network provides annual data for each country through an interactive map showing biocapacity levels, i.e. the ability of ecosystems to regenerate, and ecological footprint levels per country and per person, as well as changes in these indices over the years. All these values are calculated in global hectares, so it is possible to estimate the number of Earths needed to meet the needs of mankind. In the map, countries are divided into two main categories: creditors, if biocapacity exceeds the ecological footprint, and debtors, if the latter is higher. This difference is shown through a legend: debtor countries are shown in red, while creditors are shown in green; in addition, we speak of ecological reserve for the former and deficit for the latter.

One concept derived from the ecological footprint is that of Overshoot Day, i.e. the date on which the exploitation of natural resources exceeds their capacity to regenerate. For example, the global Overshoot Day was reached on 29 July in 2019. Therefore, 1.75 Earth would have been needed to meet the needs of humanity that year.

If we postpone this date by five days each year, we would be able to make use of the only planet we have by 2050.

As far as the "Bel Paese" is concerned, the Overshoot Day-trend is getting worse. Indeed, the critical date was May 24 in 2018, while it was the 15th of the same month in 2019.

If all countries had the same lifestyle as Italians, 2.7 planets would be needed. This makes us understand that Italy is among the worst debtor countries in the world. 

However, the National Observatory on Sustainable Lifestyle gives us some good news: the number of Italians interested in sustainability is growing, with 36 million out of a total of 50.6 million citizens of age, who feel involved in 2020, compared to "just" 21 million in 2015.

This awareness on environmental issues and on the need to review our lifestyle and our economic system is a first important step towards a real and great sustainable turning point.