“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l'occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine“
Il 25 aprile 1945, un piemontese che sarebbe diventato il settimo Presidente della Repubblica Italiana, allora membro della giunta militare del Comitato di Liberazione Nazionale, proclamava così a Milano lo sciopero generale.
Sandro Pertini si rivolgeva ai cittadini, ai lavoratori, al popolo italiano.
Perchè nei giorni che seguirono non furono gli eserciti a vincere la guerra, fu il popolo italiano, fu la sua voglia di libertà.
Il 22 aprile 1946, l'Italia ancora monarchica approvò la legge che istituiva il 25 aprile come “Giornata della Liberazione”, “A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano”.
L'Italia si liberava dal nemico: l'oppressione, il totalitarismo.
Pochi giorni dopo l'Italia, unita, votava per divenire Repubblica.
A settant'anni dagli accadimenti, può sembrare un po' anacronistico e retorico ricordare la Giornata della Liberazione.
Non è così, dobbiamo ricordare oggi questa giornata e non dobbiamo dimenticare il sacrificio di coloro che, indipendentemente dal colore politico, morirono per darci la libertà.
C'è una figlia di quegli anni e di quegli intensi giorni di lotta partigiana per la libertà. Il 27 dicembre 1947, Enrico de Nicola promulgò la Costituzione della Repubblica Italiana. Pietro Calamandrei, storico giurista, in un discorso tenuto qualche anno dopo ebbe a dire “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.
Un pezzo di carta fondamentale, che nacque ed esiste per il diritto di nascere, di vivere e di morire da uomini liberi.
Erasmus Student Network Italia vuole unirsi a tutti i cittadini italiani per ricordare questa giornata. Per dire anche e soprattutto oggi, sì alla libertà di pensiero, di opinione, di religione.
Il lavoro quotidiano dei nostri volontari si basa sulla volontà di creare un'Europa senza confini, dove le differenze vanno valorizzate e non discriminate, dove la paura del diverso deve lasciare il posto alla curiosità del diverso.
Noi giovani abbiamo un compito: non sperperare gli sforzi fatti per darci la libertà, non lasciare che i diritti scritti nella nostra Costituzione restino parole morte, far capire e condividere l'idea che il fatto di trascorrere un periodo di studio all'estero non è solo “fare l'erasmus”, che viaggiare non è solo spostarsi, è conoscere tradizioni diverse, è imparare ad apprezzarle, è imparare una nuova lingua, è conoscere persone che credono in un altro dio. Ed è capire quanto questo sia al tempo stesso qualcosa di straordinario ma di effimero di fronte ai rapporti umani.
Noi italiani, oggi, abbiamo il dovere di ricordare ieri per pensare al domani, di ricordare il sacrificio dei nostri padri per poter consegnare un mondo migliore nelle mani dei nostri figli.
In ricordo di coloro che lottarono, che furono imprigionati e torturati, che furono uccisi.
In ricordo della lotta degli italiani per gli italiani.
In nome della libertà.
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