Rispondendo ad alcune domande, vogliamo rendere facile e comprensibile un tema caldo del nostro tempo, di cui tutti abbiamo sicuramente sentito parlare ma che forse non conosciamo veramente.

La linea o il ciclo della vita? 

L’economia circolare si pone in contrapposizione all’abitudine venutasi a creare negli ultimi decenni per cui ogni prodotto viene concepito con una logica lineare di produzione, utilizzo e rifiuto. L’obiettivo di questa diversa visione è cercare di rendere il più possibile vicino all’immortalità ogni bene che viene prodotto e messo in commercio. Alla base di questa prospettiva si trova la sostenibilità intesa come impatto ambientale delle nostre azioni e dunque l’idea che ogni processo produttivo debba essere svolto con l’utilizzo di energie pulite e rinnovabili. Il principio guida su cui dunque si basa il concetto di circolarità è l’idea che alla fine della vita di ogni prodotto, gli elementi che lo compongono possano essere riutilizzati per la produzione di nuovi oggetti, andando così non solo a diminuire la portata dei rifiuti ma anche a limitare la creazione di nuovi materiali e componenti. L’economia circolare si può dire anche che cerchi di contrastare in qualche modo la recente, ma già ben radicata, cultura del “fast” e dell’”usa e getta”.

Mangiarlo o buttarlo?

Negli ultimi anni l’interesse per il cibo è dilagato a macchia d’olio. Programmi televisivi, blog, pagine Instagram, insomma è proprio vero che viviamo per mangiare e non più mangiamo per vivere. Allo stesso tempo è vero anche che stanno crescendo l’impegno e l’attenzione verso la qualità dei prodotti che usiamo in cucina, con un occhio più attento, almeno in apparenza, alla provenienza e alla filiera produttiva degli ingredienti che decidiamo di acquistare. Nonostante sia sicuramente molto apprezzato questo sforzo per rendere più sostenibili i nostri pasti, resta però il fatto che ogni anno la quantità di rifiuti alimentari continua a crescere in misura preoccupante. Parlando di numeri, si è riscontrato che, annualmente, nella filiera produttiva mondiale circa un terzo dei prodotti ancora in un perfetto stato di consumazione vengono gettati: 1.3 miliardi di tonnellate di cibo buttate via a fronte di un dato che individua il 9% della popolazione mondiale come soggetta a sottonutrizione o malnutrizione. Importante è la distinzione tra i naturali residui che ricaviamo dagli alimenti, come ad esempio i torsoli di alcuni frutti, e gli alimenti stessi che rendiamo residui a causa di sbagliate abitudini comportamentali, guidate da un’abitudine all’abbondanza e da una carenza di educazione e sensibilizzazione sul tema dello spreco. Per quanto riguarda questa seconda categoria, l’unico rimedio resta la consapevolezza sul tema: dobbiamo prendere coscienza del fatto che le risorse a nostra disposizione non sono infinite e neanche equamente distribuite. 

Quei rifiuti quasi inevitabili, facenti parte della prima categoria citata, devono invece essere visti come una risorsa. Infatti, da ciò che è scarto di materia prima alimentare si possono ricavare concimi e fonti di energia. È importante ricordare che il circuito chiuso che l’economia circolare vuole creare riguarda gli sprechi, che vengono a verificarsi durante ognuna delle fasi produttive all’interno del ciclo di vita di un prodotto. Nello specifico del contesto dell’alimentazione, è estremamente rilevante tenere in considerazione che tali sprechi iniziano ad avvenire ancora prima che il prodotto alimentare sia messo in vendita. 

Come possiamo inserire la nostra quotidianità in questo circolo virtuoso?

In questo ultimo particolarissimo anno, chi più chi meno, abbiamo tutti usufruito dei servizi di consegna a domicilio per i nostri pasti. La portata dei rifiuti domestici in plastica derivata da questa nuova normalità è quindi aumentata considerevolmente. Ciò che possiamo impegnarci a fare è porre una iniziale attenzione al ristorante dal quale decidiamo di ordinare: cerchiamo  di prediligere quelli che si impegnano a effettuare consegne in bicicletta invece che in motorino, con confezioni in carta riciclata e con bibite in tetrapak o bottigliette di plastica riciclata. Inoltre, possiamo fare attenzione alla quantità di cibo che ordiniamo: se ne ordiniamo troppo, potremmo doverlo gettare! Anche la scelta di alimenti di stagione, nello specifico l’attenzione va soprattutto a frutta e verdura, riduce a monte del ciclo produttivo la quantità di rifiuti prodotta. Infatti, la richiesta di prodotti stagionali da parte dei consumatori aiuta a bilanciare il meccanismo di domanda e offerta proposta da agricoltori e coltivatori. Per finire con questo piccolo assaggio di tips, resta sempre la raccomandazione dell’attenzione ai packaging, l’ever green per eccellenza. Possiamo sempre impegnarci, quando possibile, a prediligere alimenti sfusi da trasportare con gli appositi sacchettini biodegradabili e cercare sempre di scegliere un prodotto alternativo che presenti un packaging a ridotta quantità di plastica o, meglio ancora, in carta riciclata.

Con questo articolo speriamo di avervi incuriosito su un tema forse un po’ noioso che però speriamo diventi presto la normalità di tutti i giorni! 

Il Team Environmental Sustainability