Ogni anno, il primo dicembre, il mondo si concentra sulla prevenzione dell’AIDS; niente di più giusto.
Ogni anno però, il primo dicembre, il mondo si dimentica di Rosa Parks.
La storia, in realtà, è piuttosto conosciuta. Rosa Parks, una donna afroamericana, stava tornando a casa in autobus dal suo lavoro a Montgomery. Non trovando altri posti liberi, occupa il primo posto dietro alla fila riservata ai soli bianchi, nel settore dei posti comuni.
Quando, dopo alcune fermate, le viene chiesto di alzarsi per far posto ad una donna bianca, Rosa, mantenendo un atteggiamento calmo, rifiuta di muoversi e di lasciare il suo posto.
Per questo gesto sarà arrestata.
Era il 1º dicembre del 1955.
“La gente dice sempre che non mi alzai perché ero stanca, ma non è vero. Non ero più stanca del solito. Non ero vecchia. Avevo 42 anni. No, la sola cosa di cui ero stanca, era di cedere”.
L’arresto della Parks ispirò poi il boicottaggio degli autobus di Montomery da parte della comunità afroamericana, che la incoronò "The Mother of the Civil Rights Movement”.
A quasi sessant'anni di distanza questa storia sembra provenire da un’altra epoca: negli USA oggi gli uomini di colore diventano Presidenti.
Mentre nelle nostre televisioni lo “straniero”, i “confini” e il “diverso” sono oggetto delle paure degli ospiti di tutti i programmi, in ESN non ricordiamo neanche il significato di quelle parole, l’abbiamo rifiutato, abbiamo detto no.
Non diamo per scontato quello che facciamo oggi e la forza del nostro messaggio, ricordiamoci, almeno un giorno all’anno, anche di Rosa Parks.
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