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Vivere (o meglio: sopravvivere) a un’estate a Parma non è mai stato facile per me. La città si svuota, non c’è mai niente da fare se non accendere il climatizzatore e piantarsi davanti ad esso e aspettare che la cappa d’afa si sollevi. Da tre anni però ho una nuova tattica per sfuggire alla rovente e umida realtà che mi circonda. Ripenso alla mia estate del 2011, a Kassel, in Germania. Senza alcun dubbio il periodo più bello, intenso e soprattutto FRESCO della mia vita.

Partii il 21 Marzo 2011 dall’aereoporto di Bergamo. Mi ricordo tutto di quella giornata. Di come salutai mia madre, di quella ragazza che avrebbe passato i successivi 6 mesi con me in Germania e che avevo incrociato in facoltà 2-3 volte e che aveva bisogno di svuotare la sua valigia perchè aveva superato il peso di Ryanair (dovrebbero seriamente aumentare il peso dei bagagli a mano, non credo che l’aereo crolli se mi porto 15 chili invece di 10), di come una volta arrivate all’aereoporto di Frankfurt-Hahn abbiamo scoperto che questo è in realtà a 2 ore di bus dalla civiltà, del treno più costoso del mondo per arrivare a Kassel (non sapevo granchè di tedesco e ho speso 50€ per un treno extralusso invece che prendere un barbarico treno regionale...) e poi dell’arrivo.

Appena sono uscita dalla stazione dei treni ho avuto quella sensazione che si ha quando si torna a casa dopo un viaggio lunghissimo: SONO A CASA.

Mi innamorai subito delle linee del tram, dei viali alberati che portano dalla stazione Wilhelmshöhe alla fermata del Campus. Mi ricordo di Frau Otto, di come mi ha consegnato le chiavi di casa, quella casa che per 6 mesi sarebbe diventata il mio regno, del K19,il locale dove diligentemente ogni mercoledì sera c’era la festa erasmus della città e dove cadesse il mondo ci si trovava tutti assieme. Pioggia, grandine, fulmini o tempesta. Mi innamorai delle persone che ho incontrato. Persone da ogni parte del mondo, diversissime tra loro ma accomunate e legate assieme dalla stessa esperienza: questo erasmus, questo periodo dove ogni momento che vivi è intenso e vivido e non tornerà mai più indietro. È come avere una scossa di adrenalina che dura per 6 mesi e io l’ho sentita da subito quella scossa, dal momento in cui ho messo piede fuori dalla stazione dei treni.

E ora sono qui, a Parma, il termometro segna 33 gradi e ripenso alla mia estate a Kassel dove le mie coinquiline tedesche si lamentavano del caldo torrido dei 24° di una soleggiata (ma neanche troppo) giornata di giugno. La lacrimuccia nostalgica è automatica.. e non solo per il clima.

- Silvia Catuzzi erasmus a Kassel, ESNr presso ESN Parma -